Il medico Carlo Arrigoni, in un suo articolo sulla rivista “Minerva Chirurgica”
Giuseppe Basile Medico
Ancora un altro autore, il medico Carlo Arrigoni, in un suo articolo sulla rivista “Minerva Chirurgica” dell’ottobre 1946, inserita ne “L’Eco della Stampa” di Milano, nella rubrica “Storia della Chirurgia” tratta la questione dal titolo “La palla d’Aspromonte e la ferita di Garibaldi” ponendo in risalto la figura del BASILE con una lunga ed articolata disquisizione della quale si riportano alcuni brani estrapolati dall’XI capitolo:
“Siamo ora in attesa del consulto generale chiesto dal Ripari ed in tale attesa, la palla resta al suo posto, sempre ostinatamente.
Omissis
Da Parigi, chiamato su proposta del Palasciano, arriva alla Spezia (Garibaldi era ricoverato al Varignano) Augusto Nelaton, Professore di clinica chirurgica ed autore degli allora famosi “Elementi di Patologia Chirurgica”, medico di Napoleone III.
Omissis
Nelaton è sicuro: la palla è lì!
Omissis
E che dire di Basile, il fantolino della chirurgia, come tale dimenticato dall’illustre clinico di Pavia (Prof. Porta) nella relazione del consulto del 4 settembre, che si vedeva confermata la diagnosi dell’illustre clinico venuto di Francia? Né la conferma riguardava solo la diagnosi, ma anche il metodo da seguire per la cura.
Quando infatti a pagina 22 della sua “Storia”, il fantolino accenna al consulto del 29 ottobre, di cui diremo ora, scrive che dopo di esso propose “per la terza volta al professore Zanetti di adoperare la spugna preparata;ma egli mi rispose stimarla controindicata per essere il tramite della ferita vicino al nervo tibiale anteriore. Obbiettai ragioni convincenti, ma al solito non furono apprezzate”.
Logico quindi ammettere che se la proposta fatta il 29 o il 30 era la terza volta che si ripeteva, la prima volta che il Basile mise in campo di dilatare il tragitto della ferita, doveva essere anteriore alla venuta di Nelaton, il quale pertanto non propose nulla di nuovo, ma confermò quanto il Basile aveva già proposto.
Ebbene, anche per il Basile c’è da avanzare una scommessa e cioè che egli, spinto dal suo entusiasmo giovanile, si sarà sentita una voglia matta di saltare al collo – l’avevano considerato un bambino sì o no? – a quella celebrità che gli dava finalmente ragione, e se non l’avrà fatto sarà stato solo per il rispetto verso quella celebrità, che gli imponeva di soffocare la sua gioia entro il suo cuore. E chissà se il maestro della chirurgia francese
…s’accorse
del timido voler che non s’apriva”.