Luigi Basile di Pasquale (1832-1896)
Agrimensore, Farmacista, Enologo. Fu Capitano della Guardia Nazionale istituita in Sicilia nel 1860, dopo l’impresa garibaldina. Come enologo portò avanti, per oltre un ventennio, una fiorente azienda vinicola, premiata all’Esposizione Nazionale di Palermo del 1891, all’Esposizione Internazionale di Palermo del 1911 e all’esposizione Nazionale di Firenze del 1914.
L’amico Professore Stefano Bissi, memoria storica di fatti siculianesi, mi ha riferito le seguenti notizie riguardanti il sequestro di persona del farmacista Luigi Basile, intorno all’anno 1867. Racconta l’amico Bissi che la posizione economica di benestante goduta dal Basile lo rese vittima di un sequestro di persona con conseguente richiesta di un congruo riscatto. Il farmacista Basile venne sequestrato all’imbrunire, nelle vicinanze della sua tenuta di campagna, mentre rientrava in paese a cavallo alla sua mula, lungo un sentiero fiancheggiato di filari di viti. Fu tenuto nascosto per oltre un mese nelle campagne di Grotte un paese della provincia di Girgenti (Agrigento) cui faceva parte lo stesso paese di Siculiana. La richiesta di riscatto pervenne quasi subito, per cui la famiglia non potendosi sottrarre al relativo pagamento, provvide a contrassegnare con astuzia e in modo quasi invisibile, le monete d’argento oggetto del riscatto, al fine di un eventuale ipotetico riconoscimento nel caso in cui le monete fossero state messe in circolazione nel circondario di Siculiana. In quella occasione giunse da Caprera a Siculiana il fratello medico garibaldino Giuseppe il quale pare si sia interessato della spinosa questione presso le autorità istituzionali e di polizia di Girgenti. La segnatura delle monete versate per il riscatto fu un’idea indovinata perché un tizio, sicuramente inesperto in operazioni criminali del genere, soprannominato il “Greco” perché sposato con una cittadina greca, si presentò alla farmacia del figlio del sequestrato, pagando stupidamente alcuni farmaci con una moneta (tra l’altro di grosso taglio) proveniente dal riscatto e quindi subito riconosciuta per quella segnatura che vi era stata preventivamente, con buon senso, scalfita. Scattò immediatamente la denuncia che portò dopo pochi giorni all’arresto dei sequestratori (tre o quattro) con conseguente processo presso il tribunale di Girgenti.
Il farmacista Basile fece erigere sul luogo dove avvenne il suo sequestro una Cappella votiva per la quale indirizzò al sommo Pontefice Leone XIII una supplica per ottenere trecento giorni di indulgenza plenaria a chi recitava la seguente giaculatoria: “Con Giuseppe e Maria madre pudica: il Bambino Gesù ci benedica.” La supplica si può consultare cliccando sulla Galleria della famiglia Basile. La suddetta Cappella , che con il passare dei tanti anni si venne a trovare a margine della strada statale settentrionale/sicula 115, fu venerata da tutta la popolazione di Siculiana sino agli anni sessanta del secolo XX, quando venne irrimediabilmente distrutta a seguito di un disastroso incidente stradale.